Le piccole e medie imprese italiane (PMI) offrono un contributo rilevante per lo sviluppo economico, tecnologico e sociale del Paese; costituiscono la spina dorsale dell’economia italiana con un giro di affari di oltre 1.000 miliardi di euro, generando quasi il 40% del valore aggiunto nazionale e impiegando un terzo di tutti gli occupati. Grazie alla loro struttura finanziaria, rappresentano un fattore importante per fronteggiare il repentino aumento dei costi di finanziamento e le difficoltà di accesso al credito; ricoprono anche un ruolo strategico nel campo dell’export.
Rallentamento dell'economia e rischi connessi
L’indagine sul credito bancario condotta dalla Banca d’Italia ha confermato un irrigidimento delle politiche di offerta da parte delle banche italiane e minori richieste della clientela come riflesso dell’aumento del livello generale dei tassi di interesse, del calo degli investimenti e, quindi, delle esigenze di finanziamento. Il report della SACE dimostra come la contrazione dei prestiti stia interessando ,prevalentemente, le imprese più a rischio (soprattutto le micro), mentre la flessione tra le grandi aziende è attribuibile al rimborso di prestiti da parte di pochi prenditori. Al contempo, il tasso medio di interesse sui nuovi prestiti alle società non finanziarie è aumentato rapidamente e in misura considerevole, toccando il 5% a giugno 2023 con un incremento di quasi 400 punti base rispetto a luglio 2022. La struttura finanziaria delle PMI italiane le espone, invece, in misura minore ai rischi di rollover nel breve periodo e fa sì che esse stiano risentendo meno intensamente dell’irrigidimento delle condizioni creditizie.
I rischi connessi con il rallentamento ciclico e l’impatto del rialzo dei tassi di interesse sono mitigati anche da un livello storicamente contenuto della leva finanziaria delle imprese italiane, definita come il rapporto tra i debiti finanziari e la loro somma con il patrimonio netto valutato ai prezzi di mercato.
Vuoi proteggere la tua azienda dal rischio credito? CLICCA QUI
Le PMI nel campo delle esportazioni
Secondo i dati raccolti dalla SACE, una PMI italiana, in media, esporta maggiormente rispetto a una tedesca, francese o spagnola. Questa dinamica è riconducibile, in particolare, alle performance delle medie imprese: prendendo in considerazione l’ultimo anno disponibile, un’impresa esportatrice italiana di media dimensione ha venduto all’estero 12 milioni di euro, mentre quelle dei principali peer europei hanno esportato tra i 6 e i 7 milioni di euro. Più della metà dell’export manifatturiero proveniente dalle PMI deriva solo da tre settori: meccanica strumentale (con un valore esportato di 38,8 miliardi di euro), prodotti in metallo (31,8 miliardi di euro), alimentari e bevande (19,3 miliardi di euro). Oltre il 70% del valore delle esportazioni delle PMI è destinato principalmente a due aree:
-
Unione Europea, che accoglie più della metà delle vendite all’estero delle PMI italiane per un valore di 123,5 miliardi di euro;
-
Paesi europei non UE, che registrano una quota del 14% circa con una domanda di beni pari a 31,6 miliardi di euro.
Tra le altre aree di sbocco si individuano America settentrionale, che riceve il 9,5% dell’export delle PMI, e Asia orientale, con un’incidenza dell’7%; seguono Medio Oriente (3,4%) e America centro-meridionale (3%).
Sostenibilità e digitalizzazione: la duplice transazione
Transizione sostenibile e rivoluzione digitale sono i due fenomeni che stanno caratterizzando in maniera sempre più nitida e marcata l’attività di impresa. Essere sostenibili (e digitalizzati) non è semplicemente un’etichetta formale, quanto piuttosto essere più resilienti in un contesto ancora caratterizzato da stabili fragilità, più lungimiranti in un mondo dove le pratiche manageriali spesso sono improntate a obiettivi di ritorno di breve periodo, ma soprattutto più produttivi e più competitivi sui mercati.
In particolare, le PMI rivolgono l’attenzione ad aspetti mirati alla tutela ambientale: dall’aumento dell’impiego di energia da fonti rinnovabili all’incremento dell’efficienza energetica passando per la riduzione dell’utilizzo di imballaggi, di acqua e di materie prime. La duplice transizione, digitale e green, aumenta la propensione all’export delle imprese, soprattutto se di piccole dimensioni, perché abbassa la “scala minima” per accedere ai mercati esteri attraverso l’annullamento delle distanze fisiche (e culturali), la riduzione dei costi di entrata e la diminuzione delle asimmetrie informative.
Per leggere il report di Sace CLICCA QUI
Quali sono le esigenze della tua Azienda? Vuoi capire se la polizza crediti fa per te?
Pico Adviser Group è un intermediario specializzato che si occupa di Credito Commerciale dal 1992 e conosce perfettamente l’offerta di tutte le Compagnie e sa rispondere a tutte le tue domande per indicarti la soluzione più “giusta” per la tua Azienda.
CLICCA QUI per una PRE-ANALISI DI FATTIBILITA' della POLIZZA CREDITI.
Bastano solo pochi dati per ottenere da Pico Adviser una prevalutazione di fattibilità e di costi, investi solo 5 minuti del tuo tempo per conoscere uno strumento a salvaguardia dell'azienda.