Atradius, nel suo ultimo articolo, analizza l’impatto dell’intelligenza artificiale nel settore dell'industria farmaceutica. La I.A. permette di velocizzare lo sviluppo dei farmaci ed essere sempre più all’avanguardia, motivo per cui le aziende che scelgono di non investire in questa tecnologia avranno difficoltà future nel portare farmaci sul mercato e mantenere gli investitori motivati, soprattutto le piccole industrie che nel lungo periodo subiranno la concorrenza di chi, invece, ha investito in questa nuova risorsa.
L'intelligenza artificiale apre nuovi orizzonti all'industria farmaceutica
L’intelligenza artificiale è in grado di ridurre il tempo necessario per commercializzare un farmaco e contemporaneamente, ridurre anche il tasso di fallimento di sperimentazione clinica, stimato intorno al 90%. Riducendo tale rischio, la I.A .andrebbe a rivoluzionare il business farmaceutico e non solo, potrebbe fornire terapie e soluzioni sanitarie innovative per i pazienti in una maniera veloce ed efficace come mai prima d’ora.
Il report di Atradius stima che il mercato dell’intelligenza artificiale raggiungerà i 185 miliardi di dollari entro il 2030, considerando che, nel 2022, ammontava a 15,1 miliardi. A dimostrazione di questi dati Atradius esamina la situazione in Cina dove, alla fine del 2022, si contavano quasi 80 start-up farmaceutiche.
Dall’altra parte del mondo, negli Stati Uniti, Amazon Web Services (AWS), Pfizer e Merck hanno collaborato con l’europea AstraZeneca e l’israeliana Teva Pharmaceuticals, annunciando il lancio di AION Labs nel 2021 per produrre iniziative di intelligenza artificiale e sviluppare nuove terapie farmaceutiche. AWS ha inoltre recentemente lanciato un'iniziativa da 100 milioni di dollari, chiamata AWS Generative AI Innovation Center, per accelerare l’adozione della I.A. nelle aziende.
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Tra sviluppo e restrizioni
L’intelligenza artificiale sta alimentando una nuova concorrenza per gli attori tradizionali dell’industria farmaceutica. Proprio queste aziende farmaceutiche non stanno entrando con prepotenza nel settore della I.A., a differenza di sviluppatori immobiliari che costruiscono ospedali, produttori di elettrodomestici che idealizzano apparecchiature mediche e i giganti di Internet, da Alibaba e Tencent ad Amazon, vendono sempre più medicinali.
La maggior parte delle giurisdizioni impone restrizioni e regolamenti sull’uso dell’intelligenza artificiale nelle applicazioni e nello sviluppo sanitari. L’anno scorso, la Cina ha rimosso le precedenti restrizioni sulla tecnologia diagnostica assistita dall’intelligenza artificiale, consentendone un utilizzo più ampio al di fuori dell’ambiente ospedaliero. Nel marzo 2023, la Federal Drug Administration (FDA) degli Stati Uniti ha proposto una bozza di linee guida introducendo un approccio basato sulla scienza che mira ad aumentare l’accesso dei pazienti a dispositivi abilitati all’intelligenza artificiale sicuri ed efficaci. Patrick Scardina, esperto americano di Atradius Pharmaceuticals, ha dichiarato: “Ciò consentirà al processo normativo di essere più adattivo data la rapida evoluzione di nuovi dati”.
Il futuro delle PMI: i rischi della I.A.
Investire in nuove tecnologie può essere molto costoso nelle fasi iniziali, il che rappresenterà una sfida per le molte aziende farmaceutiche che, senza intelligenza artificiale, avranno più difficoltà a reperire risorse di capitale, rischiando il fallimento. L’esperto farmaceutico Atradius per l’Europa Ruben del Río Hernández si è espresso a riguardo: “Le piccole imprese si trovano ad affrontare un chiaro svantaggio nell’implementazione dell’intelligenza artificiale e dei Big Data, perché ottenere una quantità sufficiente di dati di qualità può spesso andare oltre i loro budget o le loro conoscenze”. In Cina, Judy Ji ha affermato: “L’intelligenza artificiale potrebbe costringere le piccole imprese a ritirarsi nel lungo periodo, ma non nel breve poiché l’intelligenza artificiale si trova ancora nelle fasi iniziali di applicazione all’interno dell’industria farmaceutica”.
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Fonte: Atradius