Credendo e il cambiamento climatico: arrivo di un El Niño estremo

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Il report di Credendo analizza El Niño e il suo impatto sul clima globale. Questo fenomeno genera importanti conseguenze, non solo dal punto di vista ambientale, ma anche da quello socio-politico, intaccando infrastrutture, prezzi e indubbiamente la disponibilità delle materie prime.

Cos'è El Niño?

Dopo tre anni di pausa si è ripresentato El Niño, un fenomeno climatico che si alterna con La Niña (che porta un clima più fresco) e si ripete a frequenze irregolari (ogni 2-7 anni), scatenando eventi meteo estremi a livello mondiale. Le sue ripercussioni si manifestano ogni volta in modo diverso nei vari Stati del mondo, motivo per il quale è difficile prevederne gli effetti. Solitamente provoca un clima più fresco e umido nel sud degli Stati Uniti, mentre nel Midwest avviene l'opposto. Causa inoltre siccità in America Centrale, Brasile del nord, Colombia, India, Australia, Asia Meridionale e Africa. Infine aumenta il rischio dei tifoni estremi nell'Oceano Pacifico.

In quest'occasione si registrano anche eventi positivi come il maggior numero di precipitazioni in zone molto secche, quali Corno d'Africa e Sud America. Il caldo estremo generato da El Niño avrà un impatto evidente sui settori dell'agricoltura, delle infrastrutture e dell'elettricità, i quali si basano sull'energia idroelettrica.

Danni causati

Danni alle colture

Oltre alle materie prime (ad esempio olio di palma, mele, cotone, pesche, arance, carne, ecc.), le coltivazioni che subiscono di più gli effetti di questo fenomeno sono per la maggiore situate nel Sudest asiatico e in America latina. Tra queste:

  • Riso

I maggiori produttori di riso, pari al 90% della coltivazione globale, sono localizzati nel Sudest asiatico e in Oceania. Cina e India da sole rappresentano il 61% del raccolto. Nelle recenti manifestazioni di questo fenomeno si è verificata una diminuzione della produzione dal 4% all'11%. Per arginare questa carenza e placare l'inflazione interna è probabile che i Paesi produttori impongano restrizioni sulle esportazioni. Tuttavia queste misure potrebbero generare casi di inflazione alimentare nei Paesi importatori. Tra questi troviamo quelli africani che assieme costituiscono il 33% del volume globale.

riso el nino

Produzione, importazione ed esportazione di riso per Regione

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  • Granturco e soia

Come per il riso, la coltivazione di granturco è concentrata nelle zone del Sudest asiatico e dell'Oceania (48%). Anche in questo caso la Cina domina la produzione con il 77%. Nonostante ciò i maggiori esportatori sono i Paesi dell'America centro-meridionale che soddisfano l'82% della domanda globale. Tra questi i principali sono Brasile (56%) e Argentina (41%).

Per quanto riguarda la soia la produzione è fortemente concentrata in America latina (81%, di cui il 73% è prodotto in Brasile), mentre le importazioni prevalgono nell'Asia Sud-Orientale (74% a livello globale, dominate dalla Cina, che rappresenta l'88% di tali importazioni).

Maggiori precipitazioni in Sud America potrebbero ridurre la produzione regionale di granturco. Questo si riverserebbe sulle filiere produttive di carne cinese (enorme settore alimentato dalle importazioni di mais), causandone l'inflazione. Inoltre la Cina sarebbe costretta ad acquistare soia e mais altrove (ad esempio negli Stati Uniti), facendo salire i prezzi in queste regioni. 

  • Caffè

Anche il mercato del caffè potrebbe subire importanti conseguenze, in quanto la produzione è localizzata nel Sudest asiatico (la Robusta) e in Sud America (l'Arabica, che costituisce il 55% della produzione mondiale). Quest'ultima varietà, già vittima della siccità, con l'arrivo di El Niño potrebbe subire ulteriori danni. Di conseguenza, a livello globale la domanda si sposterà dall'Arabica alla Robusta e questo incremento della richiesta genererà un aumento dei prezzi.

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Produzione, importazione ed esportazione di caffè per Paese

  • Zucchero

Anche per lo zucchero si verifica una situazione analoga, in quanto questo evento climatico è destinato a ridurne i raccolti. Pertanto, la produzione globale potrebbe essere rivista al ribasso nei prossimi mesi, spingendo al rialzo i prezzi dello zucchero.

Danni alle infrastrutture

Le infrastrutture subiranno gravi perdite a causa degli eventi estremi (tifoni, alluvioni, incenti, ecc.) provocati da El Niño. Il settore più bersagliato è quello dell'elettricità e ciò potrebbe generare un rialzo dei prezzi dell'energia. Anche gli scambi commerciali soffrirebbero questo fenomeno in quanto il 6% del commercio marittimo passa attraverso il Canale di Panama, il quale potrebbe subire gli effetti di un clima particolarmente secco.

Conseguenze sui prezzi

I prezzi delle materie prime sono stati già aumentati bruscamente perchè influenzati dagli annunci relativi alla probabile comparsa di El Niño nei prossimi mesi e dalle stime meteorologiche per le regioni interessate. Tuttavia eventuali variazioni delle previsioni possono comportare un ulteriore rialzo o ribasso dei prezzi.

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L'impatto di El Niño

Questo fenomeno, come è già successo in passato, potrebbe provocare gravi danni alla produzione agricola e all'economia, causando anche importanti sommosse popolari come la Primavera araba nel 2010, la rivolta delle tortillas nel 2007 e le rivolte della fame nell'Africa subsahariana nel 2007-2008. Inoltre eventi meteorologici estremi come siccità e inondazioni possono minare i mezzi di sussistenza economici e aumentare la povertà.

Anche l'inflazione, accresciuta dall'aumento dei prezzi di cibo ed energia, incide sulla politica monetaria dei Paesi coinvolti. Questa situazione potrebbe intaccare anche altre nazioni, diffondendo una serie di stringenti misure economiche prolungate. Per frenare ulteriormente le pressioni inflazionistiche alcuni governi potrebbero decidere di adottare restrizioni commerciali, fissare il limite ai prezzi e generare sussidi. Tali provvedimenti, la diminuzione degli introiti e le spese di ricostruzione potrebbero danneggiare le finanze statali. Questo scenario potrebbe sfociare nell'adozione di politiche protezionistiche nei prossimi anni.

L'inflazione, il conseguente aumento dei tassi d'interesse e la minore erogazione di credito potrebbero nuocere alle aziende, aumentando così il rischio del loro business.

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Fonte: Credendo

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