La produzione dell’acciaio contribuisce alle emissioni di gas serra nell’atmosfera più di qualsiasi altra industria: circa l’8% delle emissioni globali! Il nuovo report Atradius approfondisce la transizione verde dell’industria siderurgica e il raggiungimento degli obiettivi climatici mondiali. Durante l’evento organizzato da Atradius "Clean Energy Transition: A New Way Forward for Global Trade" sono stati illustrati i vari scenari del cambiamento climatico in atto.
Atradius: la produzione dell'acciaio
Il responsabile dell’assicurazione dei crediti commerciali di ArcelorMittal, Robert Leportier, si è espresso dicendo: "Oggi l'industria siderurgica utilizza ancora una tecnologia che risale al XIX secolo, ovvero la produzione di acciaio a partire da minerale di ferro e carbone negli altiforni. Da ora in poi ci concentreremo su un cambiamento completo della tecnologia, con l'obiettivo di produrre acciaio con forni elettrici e di utilizzare acciaio riciclato alimentato a gas in un primo momento e a idrogeno in futuro".
Attualmente i costi dell’energia derivata dall’idrogeno sono elevati ma si prevede che seguiranno lo stesso percorso in discesa visto per il settore eolico e solare.
Gli analisti Atradius presenti in diversi mercati hanno tutti sottolineato il problema dei costi. Le aziende siderurgiche sono preoccupate per il prezzo ed i costi dell’elettricità, oltre che per le spese necessarie per la transizione. Per questo la propensione verso la produzione di acciaio “verde” è diversa nei vari mercati.
Questa transizione presenta numerose sfide per il settore, nonostante i costi e le difficoltà si generano anche importanti opportunità di tipo economico, sociale e soprattutto ambientale.
SFIDE |
OPPORTUNITÀ |
Reperire energie rinnovabili a costi ragionevoli |
Vantaggio competitivo derivante dall’acciaio verde (rifornire altri settori zero emissions strategy) |
Innovare i processi produttivi per renderli più efficienti e ridurre le emissioni |
Adottare i principi dell’economia circolare |
Sviluppare catene di approvvigionamento sostenibili |
Riduzione dell’impatto ambientale e creazione di nuovi mercati e flussi di reddito |
Il capo del team di consulenza per i progetti energetici di ING, Gido van Graas, ha sottolineato la predisposizione delle banche a finanziare i progetti di transizione verso l’energia pulita. Tuttavia è importante riconoscere che la transizione non può essere portata avanti solo tramite le banche ma anche con la collaborazione di altre parti finanziarie, come assicurazioni e governi.
Il Green Deal europeo del 2019 mira a raggiungere lo zero netto entro il 2050 per tutti i Paesi membri UE tramite ingenti finanziamenti e normative a sostegno della transizione. Ad esempio, grazie all’aiuto del governo francese, ArcelorMittal ha annunciato di voler sostituire i forni dei suoi due principali siti siderurgici in Francia mentre, in Italia, l’Acciaieria Arvedi ha annunciato di avere la prima acciaieria al mondo a zero emissioni.
Scenari futuri
Ormai è evidente il fatto che la terra si sta surriscaldando e secondo la comunità scientifica la causa principale è da imputare alle emissioni di gas serra prodotti dalle industrie.
Recentemente si è registrato un aumento di circa 1°C rispetto ai livelli pre-industriali, di questo passo è stato stimato che la temperatura aumenterà di 1,5°C entro i prossimi 30 anni. Questo scenario provocherebbe gravi conseguenze per la salute e la sopravvivenza dell'uomo.
L’evento Atradius "Clean Energy Transition: A New Way Forward for Global Trade" ha indubbiamente aumentato la consapevolezza delle aziende verso il problema ambientale in atto, sottolineando l'importanza dell'innovazione verde applicata ai processi produttivi. In campo siderurgico, infatti, sono in via di sviluppo nuove tecnologie volte ad eliminare la CO2 dalla produzione. Anche le differenti scelte politiche dei Paesi generano importanti differenze per quanto riguarda l'avanzamento della transizione. Il Green Deal Europeo è volto proprio all'accelarazione di questo processo di cambiamento che vuole rendere l'Europa il primo continente ad impatto zero, nonostante tutt'ora abbia un contributo minimo sulle emissioni globali (9%). Probabilmente per ottenere risultati significativi sarà necessario attendere qualche anno, ma sicuramente la strada intrapresa è quella giusta e porterà benefici all'intera filiera.
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