Nel 2023 i mercati energetici sono stati scossi dalle ostilità in Ucraina che stanno portando molti Paesi verso le energie rinnovabili. Atradius nel nuovo report parla di come la crisi energetica - innescata dall'invasione russa in Ucraina - stia cambiando le prospettive di diversi Paesi sull'approvvigionamento di energie più sostenibili.
Evoluzione sugli approvvigionamenti
La crisi ha causato nel breve periodo un aumento dell'uso di combustibili fossili e nel lungo periodo una diminuzione dei combustili stessi, specialmente il gas, spingendo molti Paesi verso le energie rinnovabili. Questi cambiamenti si riflettono sulle prospettive aggiornate di Atradius, basate sull'Announced Policies Scenario (APS) dell'Agenzia Internazionale dell'Energia (AIE), che mostrano i prezzi sempre più cari dei combustibili fossili e un aumento della temperatura di 1,7 gradi Celsius.
Il miglioramento dell'APS, sarebbe un passo in avanti nella prospettiva della NZE (Net Zero Emissions), che ha l'obiettivo di portare le emissioni nette di CO2 a zero al 2050 realizzabili solo con investimenti notevoli.
Prospettive delle energie rinnovabili
La crisi energetica sta portando molti Paesi ad investire nelle energie rinnovabili, impegnandosi nel raggiungere la Net Zero Emission 2050. I progetti più ambiziosi per raggiungere il traguardo di NZE, sono quelli degli Stati Uniti e dell'Unione Europea rispettivamente con l'Inflation Reduction Act e la REPowerEU.
La Cina è il primo paese per impianti eolici e solari installati, con cui raggiungerà la massima capacità nel medio e lungo periodo.
Le risorse eoliche e solari sono fondamentali nel settore dell'elettricità, infatti il 28% dell'elettricità globale è generata da fonti rinnovabili dove l'energia idroelettrica è la prima (15%), seguita dall'eolico (7%) e dal solare (4%). La domanda di elettricità aumenterà, sia per APS ed NZE, e sarà soddisfatta dalle fonti rinnovabili dove il solare sarà la più usata a livello globale.
Per decarbonizzare il settore energetico sono necessari consistenti investimenti in fonti rinnovabili e rete elettrica, indispensabili per il mondo elettrificato che verrà.
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Prospettive del mercato petrolifero
Secondo Atradius il picco della domanda verrà raggiunto nel 2020. Le politiche di transizione energetica, soprattutto in Europa e Nord America, saranno fondamentali nel calo della domanda, che sarà soddisfatta con livelli produttivi più bassi.
Si prevede un calo nel prezzo del petrolio di 64 e 60 dollari, rispettivamente per il 2030 e 2050. Tale ribasso è causato da un'alta volatilità e un possibile rialzo nel breve periodo, fortemente legato alle ostilità in Ucraina ed alla ripresa della domanda cinese, ora che il governo asiatico ha eliminato la politica "zero-Covid".
Secondo lo scenario NZE, la produzione di petrolio si concentra nei Paesi ricchi di tali risorse con costi più bassi. Entro il 2050, il prezzo del petrolio scenderà a 24 dollari al barile.
Prospettive del mercato del gas
A livello globale, Atradius prevede per 2030 e 2050, un calo della domanda rispettivamente dell'8% (rispetto al 2021) e del 40%. Nel prossimo decennio l'Asia e il Medio Oriente registreranno una crescita della domanda e raggiunto il suo picco vi sarà una diminuzione graduale. Negli Stati Uniti e in Europa è previsto un calo della domanda nel medio e lungo periodo del gas. Il commercio internazionale della diminuzione della domanda di gas non ne risentirà più di tanto poichè la riduzione delle forniture russe all'Europa non sarà interamente compensata con le esportazioni verso altri mercati. Inoltre per il 2050 è previsto che la Russia sarà ancora il principale fornitore di gas.
I prezzi del gas, nel lungo periodo, dovrebbero scendere nelle tre Regioni (Stati Uniti, Europa e Asia). Tuttavia è possibile che nel breve periodo rimangano alti, soprattutto in Europa dove i tagli russi l'hanno portata ad affidarsi a GNL più costosi, causando costi maggiori anche sull'Asia.
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Fonte: Atradius