Barometro rischio Paese e settoriale 3° trimestre 2022

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Nell'ultimo report Coface presenta gli sviluppi la situazione economica dell'economia globale che, oltre il conflitto russo-ucraino, la cui risoluzione diplomatica sembra essere sempre più lontana, per via della stretta monetaria globale e i molteplici vincoli alla crescita cinese, fanno presagire prospettive pessimiste. Nel breve periodo l'economia sembra stabilirsi in un regime di stagflazione caratterizzata da una crescita quasi zero e il rapido aumento dei prezzi. La situazione è particolarmente tesa in Europa dove la crisi energetica in seguito all'invasione russa si intensifica sempre di più.

Coface: le pubblicazioni economiche

Nuove perturbazioni politiche in arrivo potrebbero aggiungersi alle già numerose fonti di rischio ed incertezza. In primo luogo il nuovo panorama geopolitico generato dalla Russia che va ad aggiungersi alle forte pressioni sui prezzi, in particolare sui beni di prima necessità, sommandosi a quelle generate dalla crisi economica e sanitaria innescata quasi tre anni fa. Tutti i rischi menzionati si sono intensificati a causa della persistente stretta monetaria aggressiva in tutto il mondo in particolare a causa della inflazione. Coface inoltre ha notevolmente rivisto le previsioni di crescita globali per il 2023 e cosi come per il 2001, 2008, 2009 e 2020 la crescita sarà inferiore al 2%. Il grafico seguente mostra l'andamento del PIL dal 2010 con la previsione per 2022 e 2023.

Coface grafico crescita economica

La lotta delle banche centrali contro l'inflazione persistente

Gli ultimi mesi hanno dimostrato come l'inflazione è sempre più elevata in particolare nelle economie avanzate ed emergenti: a settembre l'inflazione annua ha raggiunto il 10% nella Zona Euro, negli Stati Uniti, dove le pressioni inflazionistiche sono emerse qualche mese prima rispetto all'Europa, l'inflazione ha raggiunto il 9,1% e la Fed (Federal Reserve System) ha rapidamente inasprito la politica monetaria, con tre rialzi di 75 punti base dei tassi sui Fed Founds, con il prolungarsi delle pressioni la Fed dovrebbe continuare ad aumentare i tassi portandoli al 4,50% entro fine anno, con un incremento di 125 punti base negli ultimi due incontri nel 2022. Anche la Banca di Inghilterra e la Banca Centrale Europea sono costrette aumentare i tassi di riferimento molto più rapidamente del previsto a causa dell'accelerazione dell'inflazione.

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L'inverno in Europa

I rischi menzionati precedentemente si sono concretizzati con l'intensificarsi della crisi energetica e l'inflazione alle stelle, di conseguenza anche l'eventuale ripresa dell'attività nella seconda metà del 2023 risulterebbe comunque insufficiente a compensare il calo dell' attività causato dalla crisi energetica durante l'inverno. Dopo una progressiva riduzione dei flussi e le diverse interruzioni temporanee, dovute alla chiusa del gasdotto Nord Stream 1 lo scorso 31 Agosto ha confermato lo scenario di una drastica riduzione dell'offerta di gas proveniente dalla Russia per questo inverno in Europa, in più i sabotaggi avvenuti il 26 settembre suggeriscono che il ripristino di questi flussi sia molto improbabile, tanto che le difficoltà di approvigionamento proseguiranno per tutto il 2023. Sebbene i prezzi del gas sono scesi a 300 €/MW a fine agosto restano a livelli straordinariamente alti (quasi dieci volte più cari che negli inverni precedenti) tanto che la maggior parte degli stati dell'UE si è impegnata a risparmiare circa il 15% nel proprio consumo di gas. Di conseguenza, anche questo trimestre, la maggior parte dei declassamenti delle valutazioni rischio Paese interessa particolarmente le economie europee, dopo che nello scorso trimestre sono state declassati 16 Paesi questa volta Coface ne declassa altri 6.

Il malcontento sociale legato alle diverse crisi economiche 

Dopo la crisi sanitaria, si è aperta una nuova pagina per le valutazioni di rischio politico, in particolare per il rischio di movimenti sociali; Coface lo rileva nel contesto iraniano che si aggiudica il primo posto nella lista dei 10 Paesi più a rischio secondo l'indice di fragilità politico-sociale con l'81.6%. Coface distingue poi i Paesi più rischiosi con i Paesi in cui nel 2022 la loro fragilità politica e sociale è incrementata: al primo posto il Myanmar con 59,9% dopo il colpo di stato nel febbraio 2021.

Anche in Europa Coface segnala molti segni di malcontento generale, come il caso dell'Inghilterra dove il movimento ''Don't Pay Uk'', che invita i britannici a non pagare più le bollette energetiche dal 1 ottobre, prende sempre più potere. Il malcontento delle popolazioni europee non si manifesta solo nelle strade ma anche nelle urne, sempre più in voga lo slancio dei partiti '' anti - sistema'', come in Italia con la vittoria alle elezioni del partito di destra Fratelli d'Italia o come in Svezia con la vittoria del partito nazional-populista Sverigedemokraterna.

Come per lo scenario economico, la bilancia dei rischi pende verso un deterioramento in termini di agitazioni sociali e instabilità politica.

In questo quadro, lo sconvolgimento della situazione geopolitica innescato dall’invasione russa dell’Ucraina solleva preoccupazioni per le rinnovate tensioni che potrebbero degenerare in conflitto, in particolare in Eurasia. In questo contesto si inseriscono gli scontri al confine tra Tagikistan e Kirghizistan a metà settembre.

Anche il nuovo aumento delle tensioni nel Mar Egeo tra Turchia e Grecia, già negli anni ‘80 e ‘90 all’origine di contenziosi vicini a degenerare in scontro militare, è fonte di apprensione.

Più a est, il lancio di un missile balistico nordcoreano nei cieli del Giappone, il primo dal 2017, ha anche ricordato la f ragilità delle condizioni di sicurezza nella regione del Mar del Giappone. A questo si aggiungono le crescenti preoccupazioni intorno a Taiwan. La visita di Nancy Pelosi, Presidente della Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti, nell’isola all’inizio di agosto e le recenti dichiarazioni del presidente Joe Biden - che assicurava una reazione degli Stati Uniti a qualsiasi iniziativa militare cinese – hanno di fatto contrariato le autorità della Repubblica popolare cinese.

La cautela è quindi d’obbligo in tema di rischio di conflitto: l’incertezza, per non dire la preoccupazione, è destinata a durare.

Per leggere il report completo di Coface CLICCA QUI

Fonte: Coface

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