Credendo - L’America Latina è stata il palcoscenico di violente proteste. Alcuni governi stanno introducendo misure di controllo dei prezzi in quanto i sussidi risultano troppo onerosi dato l’elevato debito pubblico e i tassi di interesse in salita. L’aumento dell’inflazione e un malcontento ricorrente e irrisolto nella regione accrescono la pressione che potrebbe sfociare in ulteriori disordini.
Crisi in America Latina: i punti salienti
Negli ultimi mesi l'America latina è stata il palcoscenico di violente proteste, scioperi e blocchi stradali principalmente per i prezzi elevati e l'inflazione, ma anche per il cambiamento climatico e le problematiche ambientali. Alcuni governi stanno introducendo misure di controllo dei prezzi in quanto i sussidi risultano troppo onerosi, sopratutto per Paesi dove gli aiuti statali nuocciono le finanze pubbliche dovuti dall'elevato debito pubblico e i tassi d'interesse in salita. Di conseguenza l'aumento dell'inflazione e del malcontento generale potrebbe sfociare in ulteriori disordini.
Tornano le proteste dopo il lockdown
Negli ultimi mesi diversi Paesi dell'America Latina tra cui Panama, Peru, Haiti, Argentina, Ecuador sono esplosi in violente proteste, causa principale il rincaro dei prezzi di energia e di viveri. Questi elementi vanno ad aggiungersi alle vertenze preesistenti, quali le forti disparita di ricchezza, l'elevato indice di criminalità e i livelli notevoli della corruzione, il cambiamento climatico e le proteste, che sono anch'esse motivo di manifestazione.
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Gli interventi dei governi
L'obbiettivo principale dei governi sudamericani è quello di limitare il malcontento sociale attraverso aiuti di cibo e carburante. La nota positiva è la ripresa del turismo all'inizio del 2022 e la ricrescita dell'economia dopo la fine delle restrizioni del lockdown, inoltre molti Paesi latini sono grandi esportatori di prodotti alimentari, che in media rappresentano un quinto delle entrate correnti. Inoltre il Paese ha un rapporto debito pubblico/entrate pubbliche relativamente elevato e durante la pandemia si è registrato un significativo aumento dovuto in parte dai sussidi forniti dallo Stato.
L’aumento dei tassi di interesse presenta un’ulteriore fonte di preoccupazione, data l’attuale tendenza globale verso una stretta monetaria. Di conseguenza, l’accesso ai finanziamenti esteri risulta più restrittivo e più oneroso. Allo stesso tempo, dato che molti paesi hanno vissuto disordini o forte incertezza politica (ad esempio si è osservata una virata verso presidenti più anti-establishment), molti investitori si sono spaventati. È perciò più difficile attirare nuovi investimenti esteri.
Eventuali nuovi disordini all'orizzonte
La nuova tendenza in America Latina è la richiesta da parte della popolazione di essere più presente nell'economia del Paese, di conseguenza lo Stato ha più regimi di controllo dei prezzi e barriere alle esportazioni per ridurre la pressione sui prezzi interni (blocchi temporanei ad - hoc), tuttavia ciò può compromettere gli affari e danneggiare la redditività delle aziende, allo stesso momento però la nazionalizzazione delle risorse è in crescita, cosi come la modifica dei contratti pubblici.
Oggi secondo Credendo il rischio di nuovi disordini e insurrezione è aumentato quattro volte più, e il rischio raddoppia se si confina con un Paese che ha subito rivolte da poco. L'esempio è il Brasile, dove le prossime elezioni potrebbero essere il prossimo punto di innesco di una crisi in America latina soprattutto se l'attuale presidente in carica dovesse perdere le elezioni.
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Fonte: Credendo
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