Credendo declassa il rating del rischio politico a medio/lungo termine della Bolivia dalla categoria 5/7 a 6/7. Tutto ciò è la conseguenza di diversi fattori economico-politici: economia poco diversificata, riserve valutarie in calo, rapporto debito estero-PIL in crescita e campagna vaccinale che prosegue a rilento. Nel Paese, fortemente polarizzato dal 2019, le tensioni politiche sono aumentate così come l'inflazione e l'instabilità del valore della valuta nazionale, il tutto unitamente al deterioramento delle finanze pubbliche.
Bolivia, gravi tensioni politico-economiche ed instabilità monetaria
Una crescita economica in costante calo
Nonostante i vasti depositi di litio non ancora sfruttati della Bolivia – i più grandi al mondo – con un enorme potenziale nel contesto della transizione globale al green, dal 2016 la crescita del PIL reale è andata calando fino al 3,7% (fra il 2005 e il 2016 la crescita media del PIL reale si aggirava attorno al 5%), ciò a causa dell’elevata dipendenza del Paese dall'esportazione di materie prime (oro, argento, zinco e stagno, ma soprattutto gas) che hanno subito tutte notevoli cali di prezzo.
La crisi indotta dalla Pandemia ed i bassi prezzi delle commodity hanno rappresentato un duro colpo all’economia delll'intero Paese, dando così il via nel 2020 ad una profonda recessione pari all’8,8%, sebbene nel 2021 si sia assistito ad una leggera ripresa con una crescita attesa del 5%.
Credendo stima che il PIL reale raggiungerà i livelli pre-Covid-19 solo alla fine del 2022, anche se il tendenziale consolidamento fiscale e gli scarsi investimenti privati nel medio termine, freneranno nuovamente la crescita economica. Allo stesso tempo, si prevede che la dipendenza globale dai combustibili fossili nel lungo termine sia destinata a diminuire, con un possibile conseguente impatto sulle esportazioni di gas della Bolivia.
Il disavanzo di parte corrente
Dopo un periodo di avanzi di parte corrente grazie al boom dei prezzi delle materie prime fino al 2014, nei successivi 5-6 anni questo trend ha subito un'inversione. Il deficit è conseguente alla contrazione delle esportazioni, come quelle degli idro-carburi, calati di oltre il 60% in dollari e di un terzo in termini di volume.
Il Paese senza possibilità di sbocco sul mare dipende infatti fortemente dall'esportazioni verso l'Argentina ed il Brasile, gli unici paesi importatori di gas naturale boliviano, le quali stanno però attivamente diminuendo le importazioni a favore dei prodotti domestici.
Mentre nel 2020 il disavanzo delle parti correnti si è ridotto ad un modesto 0,5% del PIL, nel 2021 si è assistito al contrario ad un aumento del 2,2%. Nei prossimi anni Credendo prevede che il PIL crescerà gradualmente fino a toccare il 3,8% nel 2025, a causa dell'aumento dei prezzi del gas e dei minerali, che sta producendo un'attuale situazione di sollievo seppure temporanea.
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Il costo di mantenere il Boliviano al Dollaro Americano
Dal novembre 2011 la Bolivia ha adottato un tasso di cambio fisso nei confronti del dollaro americano pari a 6,9 Pesos Boliviani per Dollaro, con lo scopo di riuscire a mantenere un'inflazione bassa e stabile e ridurre la dollarizzazione. A partire dal 2015 le riserve valutarie sono andate diminuendo fino all'85% rispetto al picco del 2014, con una copertura di soli 2,6 mesi di importazioni.
Anche se i prezzi elevati dei minerali ed i Diritti Speciali di Prelievo possono fornire un cuscinetto di riserva, la situazione è destinata a peggiorare. L'ancoraggio al dollaro non è più sostenibile, provato anche dalle stime del Fondo Monetario Internazionale, le quali hanno affermato che il tasso di cambio reale è sopravvalutato del 10-15%. Il grafico riportato sotto mostra il mantenimento del costo del cambio fisso tra Boliviano/USD.
Rapporti di indebitamento più alti dal 2005
Gli attuali disavanzi di parte corrente hanno provocato un accumulo di debito con l'estero che alla fine del 2020 ha raggiunto quasi il 42% del PIL rispetto ad una incidenza del 27% circa alla fine del 2014.
Nonostante il debito con l’estero sia in gran parte di lungo termine ed una quota significativa sia multilaterale a condizioni agevolate, è possibile che il debito pubblico cresca a ritmi elevati anche nel medio periodo.
Guardando al futuro, il ricorso ai finanziamenti dai mercati internazionali esporrà la Bolivia a possibili cambiamenti (inasprimenti) delle condizioni finanziarie estere. Credendo prevede inoltre che i disavanzi di bilancio diminuiranno solo gradualmente e di conseguenza stima che il debito pubblico continuerà a salire fino a raggiungere quasi il 90% del PIL entro il 2025.
L'Outlook di Credendo
La decisione di Credendo alla fine di novembre 2021 di declassare il rating del rischio politico di medio/lungo termine della Bolivia dalla categoria 5/7 a 6/7 si fonda quindi su diversi fattori economico-politici: l’ancoraggio insostenibile nel medio termine, l’economia poco diversificata, le riserve valutarie in calo, l'accumulo del debito con l'estero in costante crescita e in ultimo il fatto che la Bolivia è uno fra i Paesi con la più lenta campagna vaccinale contro il Covid-19 dell'America Latina e si ritiene che non raggiungerà l’immunità di gregge prima del 2023.
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Fonte: Credendo