Atradius: La crisi del settore automobilistico

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Il nuovo report di Atradius analizza i nuovi trend del settore automobilistico e di come possano influire sui mancati pagamenti e sulle insolvenze delle aziende del settore. Il tema della crisi del settore automobilistico è sempre più dibattuto in quanto l'aumento del prezzo delle materie prime e dell'energia, una forte decrescita della domanda a causa del Covid, la carenza di semiconduttori e la necessità di investimenti per la transizione ecologica hanno messo in ginocchio le aziende del settore.

Settore automobilistico in crisi?

Il settore automobilistico è stato indubbiamente uno dei settori più colpiti dalla Pandemia e dalle sue conseguenze dirette e indirette.

A causa dei diversi lockdown e delle restrizioni messe in atto per contrastare il Covid le vendite del settore sono calate drasticamente nel 2020. Sebbene la domanda sia aumentata durante il 2021 il settore è ancora minacciato dalla prolungata carenza di materiali semiconduttori e dall'incombenza di nuove restrizioni.

Inoltre gli eco incentivi stanziati dai Governi presentano aspetti positivi e negativi. Se da un lato si sta progredendo verso un futuro più “green” con la crescente domanda di veicoli elettrici ed ibridi (la cui quota entro il 2030 dovrebbe essere del 49%), dall'altro lato molte piccole e medie imprese non potendo sostenere gli ingenti costi di innovazione tecnologica potrebbero essere escluse dal mercato, a differenza delle grandi imprese che stanno investendo fortemente in questa direzione.

Immagine automobili

In Italia

La situazione in Italia non è delle più rosee anzi: la produzione di automobili ha visto un forte calo dalla seconda metà del 2018 fino alla prima metà del 2021 quando ha avuto un rimbalzo; tuttavia a causa della scarsità dei semiconduttori la produzione ha ripreso a contrarsi (si attende una contrazione del 2% quest'anno).

Le interruzioni periodiche della produzione hanno un impatto negativo sulla catena di approvvigionamento. I margini di profitto dei business del secondo e terzo livello della produzione sono calati a causa dell'aumento dei costi e la riduzione delle entrate, mentre quelli del primo livello presentano ancora una buon livello. Inoltre molti fornitori stanno subendo anche l'effetto dell'innalzamento dei prezzi delle materie prime (ad esempio acciaio, plastica e resine) e dell'energia.

Nel settore automobilistico i pagamenti, tornati ad un livello normale nel 2021 rispetto al 2020, impiegano ora mediamente 75 giorni. Si prevede un aumento dell'insolvenza tra il 5% e il 10% nel prossimo anno sia per i motivi sopracitati che per la scadenza di tutte le misure di supporto governative (ad esempio i prestiti garantiti dallo Stato). Il numero di fallimenti potrebbe essere ancora maggiore se la carenza dei semiconduttori dovesse persistere ancora a lungo durante il 2022.

Per quanto riguarda la mobilità sostenibile, l'Italia non è ancora tecnologicamente al passo con gli altri Paesi comunitari e i gli Eco bonus sono solo una soluzione temporanea e insufficiente per un aumento considerevole delle vendite. Ci si aspetta che il divario tra business più forti, quindi con disponibilità economiche elevate (perciò in grado di riconvertire i loro impianti di produzione), e PMI costringa alcune aziende ad abbandonare il mercato.

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In Francia

In Francia la situazione è molto simile a quella italiana, con i fornitori che non solo dovranno far fronte alla carenza dei semiconduttori ma anche all'aumento del costo delle materie prime (metalli e plastiche) e del prezzo dell'energia. I rivenditori che commerciano auto di seconda mano e veicoli elettrici riescono ad avere dei margini di profitto; d'altro canto i ritardi delle consegne di nuove vetture e la domanda inferiore dalle compagnie rappresentano problematiche rilevanti. I pagamenti in Francia avvengono in media più velocemente rispetto all'Italia (60 giorni), anche se si pensa che nel 2022 aumenteranno ed i fallimenti cresceranno fino al 50% nel prossimo anno. In particolare impattando PMI del secondo e terzo livello di business.

In Germania

In Germania il settore sta attraversando un periodo di forte decrescita della domanda per i medesimi motivi del resto d'Europa. Il numero di insolvenze atteso nei prossimi 12 mesi è in forte decrescita, a differenza dell'Italia e la Francia dove la decrescita è meno forte. L'indebitamento dei fornitori che si collocano nella parte terminale della catena del valore della produzione è aumentato notevolmente, infatti essi dipendono sempre più da prestiti bancari ed aiuti economici. I pagamenti impiegano dai 60 ai 70 giorni e solitamente sono stati rispettati negli ultimi due anni.

Altri Paesi

Il report mostra la situazione anche di altri Paesi quali: Brasile, Cina, Repubblica Ceca, Giappone, Messico, Corea del Sud, Stati Uniti, Regno Unito, Spagna e Svezia. I problemi del settore in questi Stati sono gli stessi già trattati precedentemente, anche se può variarne l'intensità e le conseguenze economiche. Si rimanda alla lettura del report completo per ulteriori approfondimenti.

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La minaccia di nuovi focolai e del protrarsi della Pandemia, la carenza dei semiconduttori, l'aumento dei prezzi delle materie prime e dell'energia sta causando enormi disagi al settore automobilistico in tutto il mondo similmente all'Italia. Come si può notare dal report di Atradius queste cause, comuni a tutti i Paesi (soprattutto europei), provocheranno ulteriori danni economici nei prossimi mesi se la situazione non migliorerà.

I dati mostrano come le gravi perdite subite nell'ultimo biennio potranno dar luogo a mancati pagamenti dei crediti commerciali ed insolvenze. Sottoscrivere una polizza per i crediti commerciali si può rivelare fondamentale.

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