Coface aggiorna il Barometro per il Q4: dopo più di un anno e mezzo dalla forte ed inevitabile contrazione della domanda internazionale in seguito all'avvento del COVID, il recupero dell'economia globale sta continuando a progredire. Tale miglioramento sta però supendo alcuni rallentamenti dovuti a problemi macroeconomici come l'inflazione, la crescita dei prezzi delle commodities e alcune tensioni geopolitiche per l'approvvigionamento di materiali produttivi. Nonostante queste criticità la fiducia rimane sempre positiva come dimostrato dal downgrade dei rischi attuati da Coface.
Fiducia nella ripresa economica
Dopo più di un anno e mezzo dalla forte ed inevitabile contrazione della domanda internazionale in seguito all'avvento del COVID, il recupero dell'economia globale sta continuando a progredire. Nonostante siano presenti alcune criticità la fiducia rimane sempre positiva come dimostrato dal downgrade dei rischi attuati da Coface.
Campagne vaccinali nel mondo
Nei Paesi sviluppati questo trend è dovuto all'efficacia delle campagne vaccinali (in Nord America la percentuale di vaccinati è circa il 60%, mentre nell'Unione Europea circa il 70%, con Portogallo e Spagna in vetta alla classifica) e quindi all'allentamento delle restrizioni messe in atto per contrastare la pandemia. Di conseguenza c'è stato un rimbalzo nel consumo di servizi ad alto contatto, come la vendita al dettaglio fisica, i servizi di ristorazione, i servizi per gli alloggi e per il tempo libero. Il grafico seguente mostra le percentuali di vaccinati nel mondo.
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Disparità tra domanda e offerta
Mentre la ripresa è ancora in corso, si stanno accumulando eventi ostacolanti, in particolare per quanto riguarda l'offerta economica.
In seguito ad un alto livello di risparmio, nei Paesi più “ricchi” (il consumatore tende a limitare le spese durante i periodi di restrizioni) il reddito è aumentato, sostenuto da massicci sostegni del Governo portando ad una rapida ripresa nella spesa dei consumatori: tale situazione favorisce principalmente i Paesi esportatori a discapito di quelli meno economicamente dipendenti. In diverse parti del globo le restrizioni dovute alla pandemia hanno tuttavia causato delle spaccature nella catena di approvvigionamento, con conseguente aumento dei prezzi delle materie prime, i costi di input e le tariffe di trasporto dall'estate del 2020.
La crescita dei prezzi ha riguardato principalmente i materiali necessari per la produzione di energia quali gas, petrolio ma anche metalli. Mentre da un lato questo scenario ha visto per i Paesi produttori di tali materie prime l'aumento dell'export, dall'altro lato ha danneggiato ampiamente la situazione per i Paesi importatori, con conseguenti disagi per la popolazione (basti pensare al prezzo della benzina in Italia di recente).
L'aumento dell'inflazione
L'aumento dei prezzi ha ridotto il margine lordo dei produttori che si vedono costretti a scaricare l'aumento al consumatore, portando ad una crescita dei prezzi e quindi ad un rischio di crescita di inflazione.
L'inflazione nell'Eurozona ha raggiunto i massimi storici da 13 anni a questa parte, raggiungendo il 3,4% e nel Regno Unito del 4%. Negli Stati Uniti l'inflazione è del 5,4%. La dinamica per la crescita dell'indice dei prezzi in quest'ultimo Paese è più particolare: agli inizi della Pandemia fu varato un piano di ripresa economica da circa 2000 miliardi; la FED accortasi del rischio che questo programma potesse affliggere l'aumento dei prezzi, ha deciso da metà Novembre di ridurre il passo di acquisto dei Treasury bond da 120 miliardi mensili. Il grafico seguente descrive i livelli di inflazione per i Paesi illustrati.
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Conclusione
Nonostante l'aumento dei prezzi delle materie prime, dell'inflazione e del possibile sviluppo di nuove varianti di Covid, vi è ancora una visione ottimistica per la ripresa economica grazie alla fiducia nella campagna vaccinale e nella stabilizzazione futura dei prezzi. Tale fiducia viene espressa da COFACE attraverso le rettifiche sui livelli di rischio in molti Paesi, per esempio: Singapore, Spagna e Portogallo da A3 ad A2; Italia da B ad A4, molti Paesi dell'Est Europa da A4 ad A3; Svizzera e Lussemburgo da A2 ad A1. Dal seguente grafico si può evincere l'ottimismo generale grazie alle previsioni di ampia crescita del PIL.
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Fonte: Coface