SACE ha presentato il primo Rapporto Export post-pandemico. Tutti i mercati sono in fase di rilancio, il comparto industriale segna un incremento considerevole grazie all'aumento dei tassi sull'export di beni intermedi e beni di investimento. In generale l'export italiano attraversa una fase di ripresa segnando un tasso di crescita medio del 5,4%, in aumento rispetto al tasso di crescita previsto prima del covid. Sace prevede che il trend positivo di lungo periodo segnerà un +4,0% nel biennio 2022-2024.
Aumentano le esportazioni italiane di beni e servizi
Il 2021 si dimostra un anno di transizione caratterizzato da un forte rimbalzo dell’economia mondiale.
I tassi di crescita delle esportazioni italiane sono in netta risalita, i beni di consumo segnano un più 10% su base annua, in diminuzione dello 0,8% rispetto all'anno pre-covid.
In crescita anche il settore agroalimentare e dell'agricoltura che tocca un +1,9% rispetto al 2019.
La vera novità è rappresentata dai beni di investimento (beni destinati alla produzione di altri beni) che crescono a tassi superiori di quelli del 2019, in parte grazie alla spinta di apparecchi elettrici e meccanica strumentale e al mercato elettrico dell'automotive, in parte grazie ai piani di rilancio varati da diversi partner commerciali.
La ripresa del ciclo degli investimenti globali potrà inoltre favorire anche alcuni beni intermedi, specie metalli, gomma e plastica.
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Quali saranno i mercati di sbocco più favorevoli per l'export italiano?
Al primo posto troviamo Paesi come: USA, Germania, Svizzera, Cina ed Emirati Arabi Uniti, dove le vendite di beni italiani sono già in rapida ripresa nell'anno corrente, con una dinamica intensa che si protrarrà anche nel triennio seguente.
Al secondo posto troviamo alcuni mercati di sbocco dipendenti dai corsi delle materie prime come Brasile, Arabia Saudita, Malesia e Ghana, nonché altre destinazioni europee ad esempio Francia e Paesi Bassi. Per questi Paesi sarà possibile un recupero già nel 2021 ma la dimanica di crescita dovrebbe rallentare nei prossimi anni.
Ai piedi del podio si annoverano Regno Unito, Spagna, Turchia, Messico, India, Sudafrica, tutti Paesi caratterizzati da un recupero dei valori pre-crisi ancora incompiuto nel 2021 pur mostrando buone prospettive di crescita in un orizzonte temporale più ampio.
Quali sono le prospettive per il 2022 ?
Quest’anno le vendite di beni Made in Italy raggiungeranno quota 482 miliardi di euro, per poi continuare ad aumentare del 5,4% nel 2022 e assestarsi su una crescita media del 4,0% nel biennio successivo.
Tale ritmo, superiore di quasi un punto percentuale al tasso medio pre-crisi (+3,1%, in media annua, tra 2012 e 2019), consentirà di raggiungere nel 2024 il valore di 550 miliardi di euro di esportazioni di beni.
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Cosa accade se la pandemia a livello mondiale decresce? E se si manifesta il rischio varianti?
Una decrecita della trasmissione da coronavirus, produrrebbe uno scenario di cd. "confidence boost".
Il commercio internazionale di beni arriverebbe a sfiorare un incremento del 13% quest’anno e dell’8% il prossimo anno. L’impatto sul valore delle esportazioni italiane sarebbe consistente, il nostro export supererebbe i 577 miliardi di euro (+ 27 miliardi rispetto allo scenario base).
Le ipotesi peggiorative prendono in considerazione una dimunuzione di efficacia dei vaccini, la cui probabilità di accadimento è pari al 10%. Ciò rallenterebbe inevitabilmente la ripresa dell’economia globale.
Nel 2021 la crescita del Pil mondiale sarebbe rivista solo parzialmente al ribasso, nel 2022 tutti i settori sperimenterebbero un peggioramento, ad esempio i beni di investimento segnerebbero un -1,2%, i beni di consumo uno -0,5%; salva l'agricoltura e i beni alimentari che guadagnerebbero un +2,1% nel 2022.
Clicca qui per scaricare il report export SACE 2021
Fonte: SACE
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