Le crisi economiche portano a una crescita dei fallimenti aziendali e con essi una crescita proporzionale delle insolvenze. Sebbene l'effettivo impatto della crisi scaturita dal COVID-19 sia ancora incerto, si nota che, al contrario delle esperienze precedenti, nel corso del 2020 le insolvenze sono diminuite nelle principali economie europee.
Barometro trimestrale Coface: gli Stati Uniti guidano la ripresa mondiale, le economie emergenti restano indietro
Nonostante sia passato più di un anno dall' inizio della pandemia, il COVID-19 e le incertezze ad esso correlate, rappresentano ancora i fattori determinanti dell'economia globale. L’accelerazione della campagna vaccinale e la sua efficacia condizionano la ripresa economica. In tale contesto, le prospettive di un ritorno alla normalità sono incerte, e dipendono dai settori d’attività e delle aree geografiche, secondo l’ultimo barometro Coface.
Come evidenziato nel barometro, Coface prevede che la ripresa economica raggiungerà un certo dinamismo a partire dall’estate 2021, quando Stati Uniti ed Europa avranno vaccinato una quota sufficientemente ampia di popolazione. Si evidenziano ritardi nella somministrazione dei vaccini, soprattutto a causa dei vincoli di fornitura da parte dei produttori, dovuti alla carenza di alcune componenti e alle restrizioni nelle esportazioni.
L’economia americana entra in modalità “alta pressione”
Da inizio 2021 si osservano alcune sorprese positive malgrado le molteplici incertezze sanitarie. Il divario di crescita atteso tra area euro e Stati Uniti è un fenomeno normale, soprattutto in fase di ripresa. La spiegazione risiede in parte nell’indebolimento degli stabilizzatori automatici negli Stati Uniti che accelerano gli aggiustamenti in materia di occupazione e reddito. Infatti Coface ha rivisto al rialzo di mezzo punto la previsione di crescita mondiale (+5,1% nel 2021), proprio grazie ad una spinta più forte del previsto negli Stati Uniti.
Il nuovo piano di sostegno americano da 1900 miliardi di dollari (USD), porterà il totale del piano fiscale anti-crisi a un equivalente del 27% del PIL americano, più di tutte le altre economie avanzate. Coface stima che il piano di rilancio potrebbe portare a un ulteriore deficit pari a 56 miliardi. Questa strategia ha l’obiettivo di mettere l’economia americana in modalità di “pressione elevata”, ossia attuare politiche economiche monetarie e fiscali fortemente espansive per favorire il ritorno all’occupazione di alcune categorie
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Una situazione apparentemente paradossale
I risultati complessivi del PIL nel 2020 sono stati disastrosi, di conseguenza, aziende e governi si sono preparati a una grande ondata di insolvenze. I ricordi dell'ondata di bancarotte del 2009 sono ancora vividi e le drammatiche contrazioni del PIL suggerivano che questa volta sarebbe stato anche peggio.
Al contrario di quello che ci si aspettava, quando sono stati pubblicati i dati ufficiali sui debiti inesigibili, i tassi sono rimasti bassi. Cosa è cambiato questa volta? La risposta risiede nell'intervento pubblico.
Intervento pubblico per lo shock esogeno
Una pandemia è un fattore che tutti gli economisti concordano nel definire esogeno. Tutti i governi hanno reagito a questo shock con livelli record di spesa pubblica. In Spagna, l'ERTES ha consentito alle aziende di risparmiare sui costi del lavoro riducendo l'orario di lavoro. Lo stato sovvenziona parte della busta paga, coprendo il reddito dei lavoratori e prevenendo i licenziamenti. I prestiti garantiti poi, permettono ingenti finanziamenti bancari alle aziende a rischio.
Ad esempio, nel secondo trimestre del 2020, il reddito del settore al dettaglio spagnolo si è contratto del 16% su base annua. Senza aggiustamento per il costo del lavoro, la combinazione di mancati ricavi e costi rimanenti avrebbe comportato un calo stimato del 67% su base annua dell'utile operativo lordo. Grazie al programma ERTES, questo calo è stato contenuto a circa 26%.
Non sorprende che il settore del turismo sia uno dei principali fattori di insolvenza. L'impatto specifico del Fondo di solidarietà è particolarmente prominente nei risultati: senza di esso, l'utile operativo nel settore alberghiero e della ristorazione si sarebbe contratto di circa il -109%, invece del -17% ottenuto come risultato finale.
Prospettive incerte per il 2021
Se tutte queste insolvenze "nascoste" si manifestassero nel 2021, Coface indica che ci si potrebbe aspettare aumenti sostanziali delle cifre sull'insolvenza nel corso dell'anno, a causa di una sorta di effetto domino. Tuttavia, è impossibile stabilire se tutte (o anche la maggior parte) delle insolvenze nascoste del 2020 si concretizzeranno nel 2021.
Per il settore del turismo, il credito bancario gioca un ruolo cruciale. I dati dell'indagine della Banca centrale europea sui prestiti bancari indicano che le banche spagnole sono in vantaggio rispetto alle loro controparti in termini di inasprimento degli standard di credito. Sarà pertanto fondamentale la disponibilità delle banche a sostenere le società marginalmente redditizie.
Confrontando i dati sui crediti inesigibili del 2020 con la salute stimata delle società, Coface si aspetta un processo di "recupero" sui crediti inesigibili a partire dal 2021, ma la velocità di questo processo e il suo esito dipenderanno da diversi fattori altamente incerti, che non sono ancora stati determinati.
In primo luogo, dipenderà dalla rapidità con cui termineranno i blocchi, che a sua volta dipende dalla velocità della vaccinazione. Dipenderà anche dalla continuazione della volontà del sostegno statale, in un contesto di crescenti preoccupazioni fiscali. Infine, resta da vedere fino a che punto i politici siano disposti a consentire fallimenti aziendali, tenendo conto dei costi elettorali del governo in un'ondata di insolvenze.
Con un anno elettorale in Germania, una campagna imminente in Francia e nell'Europa meridionale sempre incline al collasso parlamentare, Coface indica infine che non si può sottovalutare il fattore politico.
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