Il nuovo report di Atradius analizza gli effetti della pandemia COVID-19 sull'economia del Brasile: il calo della domanda interna causa della contrazione economica di oltre il 4%. Il Brasile è molto vulnerabile al cambiamento di atteggiamento degli investitori ma la situazione finanziaria esterna dovrebbe tuttavia rimanere solida.
Il Brasile: contrazione del 4%
Il calo della domanda interna la causa
Dopo la recessione del 2014-1016 il Brasile aveva intrapreso un periodo di modesta crescita economica terminato nel 2020 a causa dell'inizio della pandemia di COVID-19. Le misure meno restrittive adottate dal governo per il contenimento e le agevolazioni fiscali hanno permesso di contenere le perdite sulla produzione e mantenere la fiducia delle imprese. Atradius prevede una contrazione del PIL del 4,6% per il 2020 (minore rispetto alla previsione di Agosto che era del 6,2%).
Molti settori sono stati duramente colpiti dalla pandemia, tra questi spiccano i servizi che hanno subito una contrazione dell'11,2% nel secondo trimestre del 2020. Sono inoltre previste delle perdite nei consumi privati e negli investimenti e un aumento del tasso di disoccupazione fino alla soglia del 13,5%. Anche le esportazioni hanno subito un calo ma a fine anno è prevista una crescita dello 0,5 %.
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Rischio per la sostenibilità fiscale
Le autorità hanno previsto una serie di misure fiscali pari al 12% del PIL ed il governo ha dichiarato lo stato di calamità per non dover rispettare le rigorose leggi sulla spesa pubblica. A causa del già alto deficit pubblico e delle nuove misure fiscali è previsto un aumento del deficit fiscale oltre il 18%.
Sono però stati fatti progressi per favorire la sostenibilità del debito pubblico e la fiducia degli investitori, a tal fine sono stati presentati al congresso tre progetti di legge di riforma fiscale.
Il Paese è vulnerabile ma resistente ai grandi shock
Il Brasile è molto vulnerabile al cambiamento di atteggiamento degli investitori che ad Ottobre 2020 ha portato ad un aumento della pressione sul Real e al conseguente deprezzamento del 30% rispetto al dollaro. La situazione finanziaria esterna del Brasile dovrebbe tuttavia rimanere solida, mantenendo bassi i rischi di trasferimento e di convertibilità; le riserve ufficiali sono stare ricostituite e la liquidità è più che sufficiente a coprire le importazioni.
La maggior parte delle imprese indebitate esternamente ha coperto il proprio rischio di cambio. Il rischio di rifinanziamento è inoltre mitigato da un'ampia quota di debito intercompany, che rappresenta i due terzi del debito in valuta estera delle imprese non finanziarie.
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