Il nuovo report di Euler Hermes analizza le possibili ripercussioni che un’aspra Brexit potrebbe causare sulle esportazioni annuali dell’Unione Europea: è stimata una perdita di 33 miliardi di euro, con Germania, Francia e Paesi Bassi tra i Paesi più colpiti.
Crollo delle esportazioni UE in caso di mancato accordo
Euler Hermes illustra come una Brexit No-deal alla fine del 2020, potrebbe alterare lo scenario economico della UE: evidenzia il possibile impatto dei prezzi all’importazione sulle esportazioni dei maggiori Paesi europei e le conseguenze in materia monetaria, fiscale e commerciale.
Aumento dei prezzi all’importazione: impatto sull’export UE
Lo studio condotto da Euler Hermes prevede che il possibile mancato accordo sulla Brexit, oltre alla persistente crisi Covid-19, potrebbe costare fino a 33 miliardi di euro nelle esportazioni annuali della UE.
Tale fenomeno potrebbe essere trainato dal forte aumento dei prezzi all’importazione (+15%) a causa delle elevate tariffe medie, dell’aumento delle barriere non tariffarie e del deprezzamento (-10%) della sterlina. I settori maggiormente interessati potrebbero essere quello delle calzature e materiali tessili, con un aumento dei prezzi all’importazione del 21% ed il settore dei prodotti animali, animali vivi, alimenti e bevande, dove è previsto un aumento dei prezzi all’importazione del 20%.
Alla luce di tali fattori, Euler Hermes calcola che le esportazioni verso il Regno Unito subiranno gravi perdite: Germania, Paesi Bassi e Francia potrebbero perdere rispettivamente 8,2 miliardi di euro (11,2% delle esportazioni verso Regno Unito), 4,8 miliardi di euro (10,5%) e 3,6 miliardi di euro (11%). D’altro canto il Regno Unito potrebbe registrare una contrazione del PIL del -5% e un calo delle esportazioni del -15%, oltre all'aumento dell'inflazione oltre il 5% per almeno sei mesi.
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Hard e Soft Brexit: in quale direzione si muoverà lo scenario politico-economico?
Hard brexit scenario
Euler Hermes prevede forti cambiamenti nello scenario politico-economico nel caso di una Hard Brexit:
- La Banca centrale d’Inghilterra rallenterebbe la propria posizione sulla politica monetaria, mentre dal punto di vista fiscale è atteso un aumento del PIL del 4%, con particolare attenzione alla spesa infrastrutturale, alla tutela del potere d'acquisto dei consumatori e alle misure di liquidità per le imprese.
- Dal punto di vista commerciale, lo studio prevede un accordo di libero scambio tra Regno Unito ed UE entro la metà di Novembre, sebbene non sembra escluso un più lungo periodo di transizione causa emergenza sanitaria.
- Il Regno Unito farebbe rispettare gli accordi commerciali con 22 Paesi terzi a partire da Gennaio 2021 nel caso in cui non si raggiunga un accordo con l’UE entro fine 2020. A questi si aggiungono gli accordi di mutuo riconoscimento con USA, Nuova Zelanda, Austria e Giappone.
Soft Brexit scenario
Lo studio condotto da Euler Hermes si conclude con l’ipotesi di uno scenario di Soft Brexit, in cui l’accordo di libero scambio tra Regno Unito ed UE dovrebbe concretizzarsi ad inizio 2021.
In tale contesto sarebbe prevista una crescita del 2,5% nel 2021, con perdite delle esportazioni europee a 18 miliardi di euro. Intanto, nel Regno Unito, i prezzi all'importazione dovrebbero aumentare in media del +6% a causa di un deprezzamento della sterlina del -3% e dell'aumento delle barriere non tariffarie. L'aumento dei prezzi all'importazione, infine, potrebbe alzare l'inflazione oltre il 2% nel secondo trimestre del 2021, riducendo i margini aziendali.
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Fonte: Euler