Secondo Coface nella seconda metà del 2020 e nel 2021 il numero di insolvenze commerciali dovrebbe aumentare drasticamente in tutta Europa nonostante le misure messe in atto dagli Stati per contenerle. Il Paese meno colpito la Germania, con un aumento atteso del +21%; Francia e Spagna +21% e +22%. I maggiori aumenti, +37%, si verificheranno in Italia e Regno Unito e +36% nei Paesi Bassi.
Il quadro della situazione
Il dilagare della pandemia ha avuto degli effetti economici molto importanti in Europa causando un doppio shock tra domanda e offerta che ha portato all'interruzione della produzione (almeno in parte) in molte aziende. Il calo dei ricavi ha deteriorato le posizioni di cassa delle società, favorendo un aumento dei ritardi nei pagamenti e in alcuni casi di inadempienze.
In molti Stati Europei le procedure per il default delle aziende prevedono che in seguito al verificarsi di situazioni di inadempienze nei pagamenti, dopo un determinato termine la società deve fare una segnalazione all’autorità competente che, di conseguenza, avvia la procedura di insolvenza: al fine di evitare insolvenze di massa dovute alla crisi del Covid molti Paesi hanno temporaneamente modificato il quadro giuridico delle procedure di default, posticipandone le scadenze.
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Germania, la meno colpita
La Germania ha proposto la sospensione fino al 30 settembre 2020 dell'obbligo per i responsabili della società di avviare le procedure di inadempimento entro tre settimane dalla scoperta dell'insolvenza o della situazione di indebitamento eccessivo. Questa misura potrebbe inoltre essere prorogata fino al 31 marzo 2021. Nonostante ciò il Paese avrà probabilmente un aumento del 12% delle insolvenze tra la fine del 2019 e la fine 2021.
Francia e Spagna, maggiormente colpite dalla crisi
In Francia fino al 24 agosto il responsabile della società non è più tenuto ad avviare una procedura di insolvenza entro 45 giorni dal verificarsi della sospensione dei pagamenti. Fino a tale data, l'esistenza o assenza di insolvenza sarà valutata sulla base della situazione della società al 12 marzo.
La Spagna ha scelto di rinunciare a tale obbligo fino al 31 dicembre.
In questi Paesi si prevede un aumento del numero di insolvenze del +21% per la Francia e +22% per la Spagna.
Italia, Regno Unito e Paesi Bassi registreranno i maggiori aumenti di insolvenze
In Italia, con il Decreto Legge n. 23 dell’8 aprile 2020 (il c.d. “Decreto Liquidità”), il Governo ha adottato nuove urgenti misure, tra le altre, in materia di insolvenza al fine di preservare la continuità delle imprese nella fase dell’emergenza Covid-19.
Il Regno Unito, a margine dell'entrata in vigore della legge di default, presentata il 20 maggio, nessuna procedura di inadempienza può essere aperta dai creditori. Se le misure di questo disegno di legge entrassero in vigore a giugno, sarebbero scadute a luglio.
I Paesi Bassi sono l'eccezione in Europa: il governo non ha implementato alcuna misura di default di emergenza dall'inizio della pandemia.
Si prevede che i maggiori aumenti del numero di insolvenze si verificheranno in questi Paesi. I Paesi Bassi con un +36%, Regno Unito e Italia +37%.
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Come reagire?
Il ruolo principale spetterà ai Governi degli Stati, attraverso le misure che metteranno in atto per far fronte alla situazione. Misure, invece, che le stesse imprese possono adottare per proteggersi ed abbassare il rischio di default, sono quelle che prevedono la stipula di polizze, per esempio quella relativa all'assicurazione del credito commerciale.
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