Credendo: il rischio politico a breve termine causato dal Coronavirus

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L'analisi condotta da Credendo evidenzia come la recente pandemia del Coronavirus legata allo shock del prezzo delle materie prime abbia un impatto pronunciato sulla classificazione del rischio politico dei Paesi la cui posizione di liquidità si è ritrovata davanti ad una morsa più stringente del virus. Molti Paesi registrano una diminuzione delle entrate delle partite correnti. Vi sono però alcune differenze tra Stati.

La riduzione delle entrate aumenta il rischio politico

Il Rischio politico per Credendo (*)

Il rischio politico Credendo comprende l'insieme degli eventi esteri che rivestono un carattere di forza maggiore (scarsità di valuta, guerre, rivoluzioni, catastrofi naturali e decisioni arbitrarie delle pubbliche autorità). I Paesi sono suddivisi in sette categorie che riflettono l’intensità del rischio politico da 1 (rischio inferiore) a 7 (rischio maggiore).

Il Rischio politico a breve termine Credendo

Questo rating misura i rischi di credito esistenti su un orizzonte massimo di un anno. Per valutare questo rischio, il Gruppo Credendo ha sviluppato un modello quantitativo che tiene principalmente conto dell’evoluzione della liquidità dei paesi debitori... I tre indicatori di liquidità che, in genere, si ritrovano nei modelli di questo tipo sono il debito estero a breve termine, le riserve valutarie e il saldo corrente della bilancia dei pagamenti... Infine, si interviene con una correzione in caso di situazione politica straordinaria (una guerra o un embargo per esempio) oppure sulla base di elementi che il modello non ha tenuto in considerazione.

(*) Vedi la pagina sul Rischio Politico di Credendo

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La situazione causata dalla pandemia Covid-19

Il turismo

Primo fra tutti, il blocco del settore turistico a causa della messa a terra dei voli e delle misure di blocco, che determina un forte calo delle entrate turistiche. Queste rappresentano ben il 10% delle entrate totali delle esportazioni di beni e servizi in circa 75 Paesi. L'impatto sarà sicuramente più marcato nelle economie peninsulari minori come le Maldive e le Seychelles, le cui entrate derivanti dal turismo sono rispettivamente dell'85% e del 40% di quelle totali. Anche alcune economie maggiori come la Giordania, la Tanzania e la Tailanda dovrebbero veder ridotte le proprie entrate turistiche, anche se con un impatto minore sulla propria liquidità.

Il prezzo del petrolio

Lo shock del prezzo del petrolio, che dall'inizio dell'anno è diminuito del 50%, sta creando problemi nelle economie dei maggiori Paesi esportatori. I prezzi saranno inferiori per tutto il resto dell'anno, rispetto anche a quelli del 2019, questo si traduce come un grande impatto sulle entrate di Paesi come Arabia Saudita, Iraq, Angola e Algeria, in cui i ricavi derivanti dalle esportazioni di petrolio rappresentano il 70% delle entrate totali. Tuttavia per alcuni Paesi sarà più facile resistere allo shock indebitandosi, come nel caso di quelli del Golfo; per altri invece, come l'Algeria, il calo del prezzo del petrolio andrà ad influire sulla liquidità, portando ad un calo ancora più rapido delle riserve lorde in valuta estera.

Esportazioni di materie prime

Anche le esportazioni di materie prime sono sotto pressione, dall'inizio dell'anno si può notare infatti una riduzione nel prezzo di alcune di esse (cotone, zinco, rame, cacao). Ciò comporta una riduzione delle entrate per i Paesi esportatori dei prodotti interessati da questo calo, riduzione che si può individuare allo stesso modo sui volumi di produzione, per via della chiusura delle fabbriche ed il rallentamento dell'economia. Il calo potrebbe inoltre peggiorare nel momento in cui le economie registrassero una recessione a forma di U o L.

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Altre esportazioni

Non solo i prezzi delle materie prime, ma possono essere colpite anche le esportazioni più ampie di beni e servizi. In particolare possono essere colpite le esportazioni di quei beni dirette verso mercati che importano molto, questi ultimi infatti sono risultati profondamente colpiti dall'impatto della pandemia del Covid-19. A causa dei casi sempre in aumento e del sempre più elevato numero di misure di contenimento adottate, si prevede che le esportazioni di una sempre più ampia quota di Paesi si riduca.

Rimesse e reddito da lavoro

Infine, le rimesse e il reddito da lavoro non sono immuni dalle chiusure delle frontiere e dal calo dell'attività economica. Alcuni Paesi, tra cui Egitto, Liberia, Haiti, Honduras, Kirghizistan e Tagikistan, vedono le loro entrate maggiori nelle rimesse e nel reddito dal lavoro di Paesi particolarmente colpiti dal Coronavirus, e questo potrebbe avere un enorme impatto sulla loro liquidità, in quanto questi elementi rappresentano una quota significativa delle proprie entrate correnti.

L'effetto bilaterale degli shock

Tutti questi shock avranno un effetto bilaterale sulla bilancia dei pagamenti. La riduzione delle entrate da esportazione, si traduce in una minore esigenza di importazione di alcuni Paesi. Si prevede inoltre che l'inversione dei flussi capitali avrà un impatto significativo sulla liquidità, nonchè un probabile ridimensionamento degli investimenti diretti esteri. Anche le riserve valutarie e i tassi di cambio sono sotto pressione, causando maggiori difficoltà nell'adempimento di obbligazioni, al punto che diversi Paesi, circa 95, hanno chiesto aiuto al FMI. Le condizioni finanziarie avverse poi, si traducono in una minore capacità da parte degli Stati di estinguere il proprio debito.

Clicca qui di seguito per visualizzare il report Credendo Rischio politico a breve termine

Fonte: Credendo

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