Coface, nel suo ultimo comunicato stampa, analizza la situazione del settore agroalimentare considerando l'ondata protezionistica dell'economia mondiale, concentrandosi su alcune categorie di rischio riguardanti l'agroalimentare.
L'agroalimentare tra rischi e futuro
Il settore agroalimentare è fortemente collegato al mercato delle materie prime
Per dimostrare la volatilità del mercato agroalimentare Coface si concentra particolarmente sul mercato della soia, alimento di base di diffuso utilizzo.
Coface si aspetta un ribasso del prezzo del 9% rispetto all'anno precedente dovuto a fattori come la guerra commerciale tra Cina e Stati Uniti, la conseguente introduzione di dazi doganali e, in ultimo, alla peste suina africana che, costringendo l'abbattimento di una parte della popolazione suina, ha portato alla riduzione dell'utilizzo della soia.
La guerra doganale sta mettendo a rischio anche le cosiddette "rotte di esportazione", ovvero le principali vie di commercio: per quanto questo fenomeno possa favorire alcuni mercati nazionali, che vedrebbero innalzata la loro posizione rispetto ai concorrenti, sfavorisce il settore agroalimentare a livello globale.
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Il rischio climatico e il libero scambio
Il settore agroalimentare è fortemente condizionato anche dalle condizioni climatiche, in particolare da situazioni di elevata siccità e precipitazioni esagerate, che minano i raccolti e i pascoli. Una condizione particolarmente ostile che si verifica nei Paesi sudamericani è quella del fenomeno "El Niño" durante il quale le acque dell'Oceano Pacifico si riscaldano provocando inondazioni e siccità.
L'agroalimentare è al centro di vari accordi di libero scambio per eliminare tariffe doganali e dazi (es. il recente accordo UE-MERCOSUR, il mercato comune del Sud America) ma è anche al centro di una sorta di ondata protezionistica dovuta ad agricoltori ed opinione pubblica che ne ritarda la ratifica.
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