Nuovo report Credendo sulla situazione delle economie del GCC che riunisce Arabia Saudita, Bahrain, Emirati Arabi Uniti, Kuwait, Oman e Qatar. Anche se la situazione è migliorata grazie alla ripresa del prezzo del petrolio ci vorrà ancora tempo per mettere in atto le riforme per la diversificazione dell'economia mentre permangono preoccupazioni per il contratto sociale e tensioni geopolitiche.
Report Credendo
Lo sviluppo delle economie dei sei Paesi del GCC.
Il GCC è il Consiglio di Cooperazione del Golfo (Gulf Cooperation Council) a cui appartengono: Arabia Saudita, Bahrain, Emirati Arabi Uniti, Kuwait, Oman e Qatar.
29/05/2018
La rapida ripresa dei prezzi del petrolio (dopo il forte calo del 2008) ha avuto un grande impatto positivo sull'equilibrio fiscale di tutti e sei i Paesi del GCC ma grazie a ciò c'è stato anche un aumento costante della spesa pubblica perchè la maggior parte dei Paesi hanno usato il prezzo del petrolio per espandere il proprio sistema di welfare, aumentare l'occupazione pubblica ed avviare progetti di investimento su larga scala.
I fattori che hanno giocato un ruolo importante nell'aumento della spesa pubblica sono stati: prima di tutto il timore di ricadute della primavera araba del 2011 e in secondo luogo la mancanza di un quadro fiscale a medio-lungo termine. Anche se il Bahrain è stato l'unico membro del GCC in cui sono scoppiate proteste su larga scala, negli altri Paesi c'era paura che le proteste si sarebbero diffuse e così quasi tutti hanno aumentato i trasferimenti alla popolazione.
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Il secondo fattore è che durante il boom dei prezzi del petrolio quasi nessun governo nel GCC aveva un quadro fiscale a medio-lungo termine: la spesa pubblica era principalmente su base annuale e senza obiettivi pluriennali. Tuttavia, anche se la spesa era aumentata le eccedenze del governo erano rimaste elevate nella maggior parte dei Paesi e venivano utilizzate per espandere i fondi sovrani o le riserve valutarie.
Quando alla fine del 2014 il prezzo del petrolio è crollato c'è stato un enorme shock per tutte le economie del GCC: le entrate pubbliche totali del GCC sono diminuite di quasi il 35% nel 2015 e l'ampio avanzo di bilancio è diventato un deficit di 33,86 miliardi di USD. Per finanziare tale disavanzo la maggior parte dei Paesi ha inizialmente attinto a fonti interne (utilizzato le riserve valutarie, ritirato i depositi presso le banche locali ed emesso obbligazioni locali) poi, dal 2016 hanno iniziato a reperire finanziamenti da fonti esterne emettendo obbligazioni internazionali.
Nel 2017 il saldo del conto corrente della regione è tornato ad essere positivo (con un'eccedenza di 30 miliardi di USD) grazie alla riduzione della spesa in conto capitale e anche al recente aumento del prezzo del petrolio. La maggior parte dei paesi sembra impegnata più che mai a diversificare la propria economia ma è costretta a mantenere il ritmo delle riforme per mitigare l'impatto sulla crescita economica e sull'occupazione.
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