Coface prevede per il 2018 una continua diminuzione, anche se meno significativa, delle insolvenze: -3,6% dopo -7,3% nel 2017. Questo si spiega in parte con il rallentamento dell’attività francese dal secondo trimestre dovuto ai vincoli di offerta e assunzione e con i primi segnali di difficoltà già evidenti nelle costruzioni - Bruno de Moura Fernandes, economista di Coface.
Coface: in Francia le imprese in difficoltà rappresentano circa il 6% del totale.
Il numero delle imprese "zombi" rimane elevato.
Questo inizio anno evidenzia un netto miglioramento degli indicatori chiave delle insolvenze: il calo si attesta a -8,3% annuo a gennaio 2018, con 53.414 casi, il livello più basso da ottobre 2008.
Il costo per l’economia rivela un crollo a due cifre: -15,2% per i debiti commerciali grazie al dinamismo delle grandi imprese e -15,4% per il numero di posti di lavoro interessati. Il consolidamento della crescita ha favorito tutte le tipologie di imprese, tutte le regioni e la maggior parte dei settori di attività.
Il quadro di insieme è tuttavia lontano dall’essere idilliaco: il numero delle cosiddette imprese "zombi", ancora attive ma insolventi e non redditizie, rimane elevato.
Sebbene il numero di insolvenze rimanga superiore rispetto a quello pre-crisi, il tasso di insolvenza è più basso: 1,14% nel 2016 contro 1,35% nel 2007, a fronte di un maggior numero di imprese. Il dato è paragonabile a quello registrato in Germania, mentre in Italia e in Spagna le procedure molto lunghe e onerose spingono le imprese a ricorrere ad alternative (liquidazione volontaria, finanziamento ipotecario).
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La situazione delle imprese francesi è più contrastata tanto da non lasciare intravedere una diminuzione del numero delle insolvenze. Se al tasso di insolvenza si aggiunge quello delle imprese "zombi" (4,6% del numero totale, secondo le stime di Coface), poco redditizie e insolventi, la quota di imprese in difficoltà si attesta al 5,7% del totale.
Dopo l’uscita dalla crisi, il tasso di imprese "zombi" in Francia, mantenuto artificialmente in vita da finanziamenti a basso costo in un contesto di politica monetaria espansiva, non diminuisce, mentre la Spagna, fortemente colpita dalla crisi, ha registrato un calo già a partire dal 2013.
Bruno de Moura Fernandes, economista Coface, conclude sottolineando che un numero così elevato di imprese "zombi" può ostacolare la crescita del Paese, spingere a ribasso la produzione ed è sintomo di disequilibrio persistente nell'economia.
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