Disponibile sul sito Euler il nuovo Economic Insight sull'Italia: dopo il No al referendum quali conseguenze? L'analisi "Italia: lo spettacolo deve continuare" di Ana Boata e Benedetta Scotti economiste di Euler Hermes.
Italia: quali conseguenze dopo il "NO"
23/12/2016
Disponibile sul sito Euler il report Economic Insight "Italia: lo spettacolo deve continuare".
Euler Hermes prevede che il "No" al referendum costituzionale avrà conseguenze economiche per l'Italia: lo scenario più probabile è che il "no" inizialmente non avrà effetti negativi sulle banche o sul mercato obbligazionario ma anche in assenza di una ricaduta, questo rifiuto costerà agli italiani circa 0,3 punti percentuali in termini di crescita del PIL.
L'incertezza politica impatta sulla crescita economica innesca una crisi di fiducia.
"Il 'No' sul referendum in Italia non è ancora un motivo serio per il panico", ha dichiarato Ludovic Subran, capo economista di Euler Hermes. "Le conseguenze economiche dovrebbero essere molto meno gravi di quelle causate dalla Brexit ma una reazione istintiva è inevitabile. Una crescita minore di 0,3 punti percentuali significa che l'economia italiana dovrebbe crescere solo dello 0,6% nel 2017 ed è poco in confronto con gli altri paesi europei, anche del sud.
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Le aziende pagano il prezzo - l'economia non sta andando da nessuna parte da anni
"La notizia non è buona per le imprese italiane, i loro partner commerciali tedeschi o l'economia italiana nel suo complesso", ha detto Ron van het Hof, amministratore delegato di Euler Hermes in Germania, Austria e Svizzera. "Oltre alla crisi del sistema bancario, l'economia è da anni affetta da una persistente crescita debole, da un debito eccessivo, da bassa produttività e competitività, da costi elevati della manodopera e da alta disoccupazione. Ora si è aggiunta anche l'instabilità politica e finanziariamente le aziende italiane sono destinate a soffrire di una crisi di fiducia, anche se questo dovrebbe essere un problema minore."
L'incertezza politica - cosa succede dopo la Brexit e il referendum italiano?
Dopo che il 59% degli italiani ha votato contro le modifiche costituzionali, il primo ministro Matteo Renzi si è dimesso, lasciandosi dietro l'incertezza politica, almeno temporanea.
"Questa situazione segnala un'ulteriore incertezza politica in Europa", ha detto Subran. "La Brexit seguita dall'Italia - e chissà come andrà a finire con le elezioni in Francia, Germania e Paesi Bassi? Ci saranno senza dubbio altre sorprese in serbo nel 2017. Tuttavia, è anche chiaro che l'instabilità politica in Italia nel 2017 porterà ad una minore crisi di fiducia."
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Il rischio di contagio da parte del paziente italiano sarà probabilmente limitato
Questa cosa dovrebbe essere molto meno dannosa rispetto alla crisi finanziaria 2011-2012, quando l'Italia era quasi tornata a crescita zero. "Se le banche e il mercato obbligazionario subiscono ricadute - che noi non stiamo anticipando - vediamo tuttavia che siamo ancora nei pressi di crescita zero", ha sottolineato Subran. "Al momento non credo che questo è sulle carte. Il Quantitative Easing (QE) la politica monetaria della BCE sta aiutando l'Italia. Le istituzioni europee hanno anche norme più chiare sul salvataggio delle banche, senza l'intervento del governo, ad esempio attraverso un'unione fra banche e le regole di bail-in".
Nonostante tutte le sue debolezze strutturali l'Italia ha ancora un surplus commerciale che lascerà qualche spazio di manovra, anche se aumentano i costi degli interessi. Il rischio di contagio per l'Europa è limitato perchè il 65% del debito italiano è detenuto da residenti italiani.
Settore bancario ancora vulnerabile
"Le banche italiane stanno soffrendo gli effetti di anni di bassa crescita economica", ha spiegato Subran. "Sofferenze e crediti inesigibili, in particolare, portano un momento difficile agli istituti locali."
I crediti in sofferenza sono stimati in circa 360 miliardi di Euro, più che il bilancio federale annuo della Germania.
Le banche hanno già ammortizzato sofferenze per quasi 200 miliardi di € - una cifra che è il 12% del PIL Italiano. Le banche ritengono quindi questi prestiti definitivamente persi. Questi problemi sono aggravati da una bassa redditività e da livelli di capitalizzazione troppo bassi presso le banche, in particolare le piccole e medie banche.
Il report "Italia: lo spettacolo deve continuare" è disponibile sul sito Euler: CLICCA QUI
Fonte: Euler Hermes
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