Credimundi pubblica un'ampia analisi sull'Egitto basata su informazioni che riflettono o influenzano il rischio paese, come i rating del Gruppo Credendo, le principali esportazioni, le forze e le debolezze del paese, il tutto corredato da grafici degli indicatori economici chiave.
Credimundi Dossier sull'Egitto
24/11/2016
Negli ultimi 5 anni l’Egitto è passato attraverso un periodo di cambiamenti drammatici.
Gli incidenti terroristici stanno avendo un impatto drammatico sul settore turistico e il sostegno al popolare al-Sisi sta scemando a causa della sua incapacità di reagire all’attuale crisi economica, in particolare alla persistente disoccupazione e all’inflazione elevata, oltre al peggioramento dei servizi pubblici, la crescente brutalità delle forze di polizia, la corruzione dilagante, e la carenza di energia, cibo e acqua.
Per ora comunque i disordini sembrano limitati, ma la ripresa economica nei prossimi anni giocherà un ruolo cruciale ai fini della stabilità politica.
Punti di forza
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Livelli relativamente bassi di servizio del debito nonostante il crescente debito estero
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Rapporti piuttosto buoni con donatori esteri
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Politiche macroeconomiche migliori (il livello di partenza però era basso)
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Tasso di cambio liberalizzato
Punti di debolezza
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Il governo non ha la maggioranza legislativa
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Economia in recessione
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Debito estero in crescita
Valutazione del rischio paese
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La solita politica
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Amicizie complicate
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Economia traballante
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Contenimento dell’instabilità attraverso la sopravvalutazione del tasso di cambio
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Colpito da shock multipli
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Finanze pubbliche anemiche
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Fattori di rischio e prospettive
Dall’insediamento di al-Sisi alla carica di Presidente 2 anni fa, il paese ha potuto godere di un ordine politico più sicuro, che però non si è riflesso in un miglioramento dei fondamentali economici. Al contrario, la sua repressione, gli attacchi terroristici e le deboli politiche macroeconomiche hanno avuto un impatto drammatico sul turismo, fonte cruciale di utili in valuta estera, e gravi conseguenze per le riserve valutarie, per il saldo delle partite correnti, per la crescita economica e la disoccupazione. Inoltre i megaprogetti faraonici hanno fatto impennare il deficit di bilancio e il debito pubblico, portando le finanze pubbliche ad uno stato di dissesto.
Sebbene gli Stati del Golfo siano venuti in soccorso, quando il prezzo del petrolio è sceso l’aiuto dal Golfo si è prosciugato, e l’economia è andata ulteriormente deteriorandosi, come emblematicamente dimostrato dalla carenza di valute forti e di generi di base. La necessità di riforme immediate si è fatta evidente: un ottimo presagio per l’economia nel lungo termine ma con conseguenze difficili e dolorose nel breve, e possibili fonti di innesco di malcontento generalizzato. D’altronde anche l’economia in declino rinfocolava i disordini.
L’Egitto sembrava imprigionato tra l’incudine e il martello. Sono allora entrate in gioco le organizzazioni multilaterali. Per assicurarsi un prestito dal FMI si sono dovute prendere decisioni molto dure: la liberalizzazione del tasso di cambio della lira egiziana, che ha fatto segnare a quest’ultima una svalutazione del 50%, e il taglio dei sussidi sui carburanti, che ha fatto aumentare i prezzi del 47%
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In questo difficile contesto, il prestito FMI appena accordato sosterrà la liquidità, e le riforme recenti e attese aiuteranno la ripresa dell’economia. Tuttavia, in un paese in cui negli ultimi 5 anni sono stati cacciati due presidenti, il rischio politico incombe. Per queste ragioni, e considerando che sia il debito estero a breve sia quello a medio/lungo termine stanno crescendo, le classificazioni del rischio politico per l’Egitto si pongono nella categoria 5 e 6 per il rischio politico rispettivamente a breve e a lungo termine, su una scala da 1 (migliore) a 7 (peggiore).
Il rischio commerciale resta alto a fronte del difficile contesto imprenditoriale caratterizzato da burocrazia, scarsa offerta di credito, infrastrutture scadenti, tassi sui prestiti in crescita, con una moneta in svalutazione e una inflazione a doppia cifra. Di conseguenza il Gruppo Credendo ha fissato la categoria della valutazione del rischio commerciale a C, il peggiore.
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